Dormire fa bene alla memoria. Lo dicono due scienziati italiani, Chiara Cirelli e Guido Tononi, dell'University of Wisconsin School of Medicine in uno studio pubblicato su Neuron.
Smart forgetting sono i termini tecnici che indicano, secondo gli studiosi, la funzione del sonno volta a eliminare dal cervello tutte le informazioni che non servono. Smart forgetting, infatti, significa letteralmente "dimenticare in maniera intelligente": il modo in cui, in pratica, si riesce a salvaguardare la memoria di tutti quei dati utili che, integrati a quelli già presenti, si trasformano nei nostri ricordi. Il giorno dopo, dopo una bella nottata di sonno, il cervello sarà fresco, pulito e di nuovo pronto a riprendere le sue funzioni.
"Il sonno è il prezzo che il cervello deve pagare per l'apprendimento e la memoria – dice Tononi. Durante la veglia, l'apprendimento rafforza le connessioni sinaptiche in tutto il cervello, aumentando il dispendio di energia e saturando il cervello di nuove informazioni". Durante il sonno, invece, si indebolirebbero le connessioni intracellulari cerebrali tanto da risparmiare energia, defaticare le cellule e far sì che i neuroni siano in grado di rispondere ancora agli stimoli.
Questo non è il primo studio che collega la qualità del sonno a una buona salute del nostro cervello. Già un'altra indagine, tra le altre, aveva affermato che la mancanza di sonno può essere indirettamente responsabile della perdita di tessuto cerebrale.
Un numero sufficiente di ore di sonno, insomma, è il modo più semplice per mantenere in forma il nostro cervello e far sì che possa apprendere e ricordare meglio e più a lungo.
Germana Carillo
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