Le cellule umane hanno la capacità intrinseca di distruggere il virus dell'Hiv. Tuttavia, quest'ultimo si è evoluto per contrastare il gene che blocca questa capacità. Tuttavia, non appena il gene viene rimosso dal virus, scatta la reazione del sistema immunitario umano, in grado di distruggere l'Hiv. Quest'ultimo viene spinto a mutare fino al quando non viene annientato.
É questo quello che hanno fatto per la prima volta gli scienziati della University of North Carolina School of Medicine, non in un esperimento in provetta ma in un modello di topo umanizzato, scoprendo una tecnica promettente per affrontare il famigerato virus dell'Hiv, che ad oggi ha provocato la morte di 30 milioni di persone in tutto il mondo, negli ultimi 30 anni.
Il segreto starebbe in una famiglia di proteine umane chiamate Apobec3 che hanno la capacità di limitare la crescita dell'Hiv e di altri virus, ma questa azione è completamente neutralizzata dal gene dell'Hiv denominato “viral infectivity factor gene” (vif).
Nello studio, i ricercatori hanno infettato alcuni topi umanizzati per via endovenosa con l'HIV. Hanno così scoperto che i ceppi più comunemente trasmessi di HIV sono completamente neutralizzati dalle proteine Apobec3 quando il gene vif viene rimosso dal virus. “Senza il gene vif, l'HIV può essere completamente distrutto dal sistema immunitario del corpo”, ha detto J. Victor Garcia, professore di medicina della School of Medicine e autore senior dello studio. “Questi risultati suggeriscono un nuovo bersaglio per lo sviluppo di farmaci completamente in grado di uccidere il virus.”
In una precedente ricerca, Garcia e il suo team avevano già impedito per via endovenosa, rettale, vaginale e orale la trasmissione del virus dell'Hiv nei topi con profilassi pre-esposizione (PREP). Per questo studio, invece era stato utilizzato un ceppo altamente nocivo del virus. I risultati mostrano che quest'ultimo continuava a replicarsi, anche senza vif, ma ad un tasso molto più lento e senza danneggiare il sistema immunitario umano. “Questi risultati dimostrano una debolezza fondamentale dell'Hiv", ha dichiarato John F. Krisko, altro autore dello studio. “Se questa debolezza può essere sfruttata, potrebbe portare ad una cura per l'Hiv e l'Aids".
Francesca Mancuso
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