Il vino rosso allunga la vita grazie al resveratrolo

vino rosso

100 bicchieri di vino al giorno potrebbero combattere numerose malattie, incluso il cancro, l'Alzheimer e il diabete di tipo 2. La conferma arriva da un nuovo studio condotto presso la Univeristy of South Wales, dove il biologo australiano David Sinclair ha confermato che il resveratrolo, un fenolo presente sulla buccia dell'uva, è efficace contro diverse patologie.

Quest'ultimo sarebbe anche in grado di attivare gli enzimi anti-invecchiamento. Chiaramente un consumo così elevato di vino su base quotidiana non sarebbe affatto salutare, per questo il team di scienziati australiani hanno tentato di concentrare gli effetti benefici del resveratrolo, presente soprattutto nel vino rosso, in un farmaco, eliminando così gli 'effetti collaterali'.

Dopo una serie di test sperimentali si è giunti alla conclusione che la scienza è molto vicina ad una nuova classe di farmaci anti-invecchiamento, in grado di prevenire il cancro, il morbo di Alzheimer e il diabete di tipo 2.

Come? L'enzima bersaglio chiamato SIRT1 viene acceso naturalmente dalla restrizione calorica e dall'esercizio fisico, ma può anche essere migliorato attraverso alcuni 'interruttori'. Il più comune in natura è il resveratrolo, che si trova in piccole quantità nel vino rosso. Le ricerche su tale fenolo sono in corso da circa un decennio e finalmente sono arrivati risultati promettenti, con implicazioni per il cancro, le malattie cardiovascolari e l'insufficienza cardiaca, il diabete di tipo 2, il morbo di Alzheimer e di Parkinson, la malattia del fegato grasso, cataratta, osteoporosi, atrofia muscolare, disturbi del sonno e malattie infiammatorie come ad esempio psoriasi, l'artrite e la colite.

La tecnologia è stata venduta al gigante farmaceutico GlaxoSmithKline nel 2008. Quattromila attivatori sintetici, 100 volte più potenti di un solo bicchiere di vino rosso, sono già stati sviluppati e i migliori tre sono in fase di sperimentazione umana. "I nostri farmaci sono in grado di simulare i benefici della dieta e dell'esercizio fisico, ma non vi è alcun impatto sul peso," ha però precisato il professor Sinclair, secondo cui una terapia di questo tipo avrà come primo obiettivo il diabete.

Il lavoro ha dimostrato dunque che un singolo enzima anti-invecchiamento nel corpo può essere utilizzato in maniera mirata per la prevenzione di alcune malattie legate all'età e prolungare così la durata della vita.

Lo studio è stato pubblicato su Science.

Francesca Mancuso

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