È un dono non troppo comune quello di saper fare più cose contemporaneamente. Anzi, il luogo comune vuole che tale prerogativa sia appannaggio dell'universo femminile piuttosto che di quello maschile. Eppure, migliorare questa capacità è nell'interesse anche di quanti vorrebbero ottimizzare le proprie capacità, sul lavoro e nei vari ambiti della vita quotidiana.
Le ricerche sull'argomento sono molte. L'ultima, in ordine di tempo, è stata pubblicata dalla West Virginia University ed è stata realizzata da Elizabeth Cohen che si è concentrata nello stabilire in dettaglio i limiti del cervello umano e la sua naturale sensibilità alle interferenze cognitive che permettono di elaborare solo un numero limitato di cose alla volta.
La dottoressa ha spiegato come il cervello sia costituito da una bacino finito di risorse, da utilizzare in qualsiasi momento. "Se non si ha davvero molto da eseguire, abbiamo quindi tutte queste risorse libere di dedicarsi a qualsiasi cosa sulla quale vogliamo concentrarci", esordisce la Cohen. "D'altra parte, se vi è un compito che richiede un determinato quantitativo di concentrazione, allora la nostra attenzione non sarà così impegnata se proviamo a fare qualcosa di diverso".
In particolare, ci si è concentrati sulla velocità di elaborazione del cervello e sulle sue limitazioni che influenzano la capacità multitasking. La ricercatrice ha evidenziato delle interferenze, sia interne che esterne, in grado di influire sulla capacità del cervello di operare in multitasking. Internamente, le cosiddette "menti vagabonde" sono le principali indiziate nell'ostacolare il multitasking. Esternamente, le distrazioni e le interruzioni influenzano negativamente la capacità del cervello di operare contemporaneamente in più di una mansione. "Abbiamo dei limiti cerebrali gravi e possediamo anche questa estrema sensibilità alle interferenze e tutto ciò rende molto difficile al nostro cervello capire quel che effettivamente ha bisogno di essere elaborato", chiarisce la Cohen.
Secondo la ricerca, i problemi sorgono quando vengono elaborate troppe informazioni nella corteccia prefrontale del cervello, ossia la parte del cervello responsabile nella scelta di quali informazioni elaborare e quando. "La corteccia prefrontale può fare solo una cosa alla volta", conferma la ricercatrice.
Sin dalle ricerche passate si era a conoscenza del fatto che il tempo necessario a compiere un'azione mentre si sta facendo anche qualcos'altro in contemporanea è di circa quattro volte superiore. "Si tratta di un ostacolo significativo nella realizzazione di un compito". Dunque, il cervello umano non è programmato per fare due cose alla volta. "Siamo in grado di farlo ma, quando lo facciamo, non siamo così produttivi e non siamo in grado di farlo velocemente", conclude Elizabeth Cohen.
Federica Vitale
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