Era nata col virus dell'Aids, l'Hiv, ma oggi a 2 anni e mezzo è riuscita a lasciarsi alle spalle l'infezione. È successo ad una bambina americana, che oggi rappresenta una speranza per molti.
Dopo la storia di Timothy Ray Brown - il cosiddetto paziente Berlino - guarito dall'Aids attraverso un trattamento con cellule staminali aventi una rara mutazione chiamata delta 32, un'altra persona è guarita dall'Aids. Questa volta però la piccola, nata nel Mississippi, è stata trattata attraverso un mix formato da tre diversi farmaci, entro 30 ore dalla nascita, visto che la madre non era al corrente di avere il virus dell'Hiv. La terapia farmacologica dunque potrebbe essere stata efficace visto che anche a distanza di 8 mesi dalla fine, il famigerato hiv non si era ripresentato.
Un medico infatti ha somministrato alla bambina una dose massiccia del trattamento non appena i test hanno confermato che la piccola fosse stata infettata dalla madre, alla quale il virus dell'Hiv era stato diagnosticato durante il travaglio. In questi casi, i medici di solito danno al neonato farmaci a basso dosaggio nella speranza di prevenire l'hiv ma la bambina è stata trattata con dosi elevate.
Ed è per questo che il 'caso Mississippi' sta facendo il giro del mondo. Ieri gli specialisti che hanno seguito il caso, nel corso di una riunione svoltasi ad Atlanta, hanno parlato di promettenti indizi per eliminare l'infezione da HIV nei bambini, soprattutto nei paesi africani dove sono ancora numerosissimi quelli che nascono già affetti da Aids. "Ciò è quanto di più vicino ad una cura abbiamo visto" ha detto il dott. Anthony Fauci del National Institutes of Health.
"Sentivo che questo bambino aveva un rischio più alto del normale, e ha meritato la nostra arma migliore" ha detto la Dott. Hannah Gay, pediatra specialista in HIV presso l'Università del Mississippi. Tale azione veloce ha eliminato il virus dal sangue della bambina prima che si 'nascondesse' nel suo corpo. Questi 'serbatoi' di cellule dormienti di solito rapidamente infettano il paziente.
Il team di ricerca adesso ha in programma uno studio per cercare di dimostrare che, con un trattamento più aggressivo forse sarà possibile bloccare la malattia sul nascere: "Non possiamo promettere di curare i bambini che sono stati infettati, ma possiamo promettere di prevenire la maggior parte delle trasmissioni se le mamme vengono testate durante la gravidanza".
Nel 2011, circa 300mila bambini sono nati con l'hiv soprattutto nei paesi poveri, dove solo il 60 per cento delle donne in gravidanza con l'hiv si sottopongono ai trattamenti prenatali.
Una speranza, forse la prima vera speranza.
Francesca Mancuso
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