Supervirus, riprendono le ricerche sul virus-h5n1

H5N1 moratoria

H5N1. Stop alla moratoria: gli scienziati riprendono le ricerche sul potente agente patogeno, più noto come virus dell'aviaria, dopo lunghe polemiche sull'eventualità che alcune mutazioni create in laboratorio potessero generare killer incontrollabili per l'umanità. Gli studi ora, sostengono quaranta esperti in una lettera pubblicata da Science e Nature, saranno condotti con maggiori misure di sicurezza.

D'altronde la pausa promessa era di sessanta giorni, mentre alla fine è trascorso un anno. Troppo per la ricerca, volta a studiare le potenzialità del virus, anche per capire come difendersi. Pur avendo registrato infatti una mortalità pari al 60 per cento dei contagiati, la sua diffusione non è stata tale da poterlo considerare una vera e propria arma batteriologica, in quanto non è trasmissibile per via aerea, con un semplice colpo di tosse o starnuto.

In realtà di solito virus particolarmente pericolosi e considerati mortali, non hanno capacità di contagio rapide e viceversa, questo per conservare la loro stessa sopravvivenza. Tuttavia, sappiamo anche che questi invisibili agenti patogeni mutano con estrema facilità per adattarsi alle condizioni ambientali che si trovano a dover affrontare, e che potrebbe non essere necessario poi molto affinchè H5N1 diventi contagioso al pari delle comuni influenze. Da qui la paura che stimolando questa temibile eventualità l'uomo possa veramente auto generare il proprio assassino.

A questo proposito si temeva anche che cellule terroristiche potessero approfittare di questi studi per impossessarsi dei dati necessari in modo da creare l'arma batteriologica più potente che sia mai stata usata. E per questo, in un incontro svoltosi nel Febbraio 2012 a Ginevra, gli esperti si interrogarono sulla vicenda stabilendo che le ricerche potevano essere pubblicate, ma solo dopo lo svolgimento di altri test.

"Gli scopi della moratoria volontaria sono stati raggiunti in alcuni paesi e stanno per essere raggiunti anche negli altriscrivono però gli esperti - [I ricercatori] hanno una responsabilità per la sanità pubblica di riprendere questo importante lavoro". Nella speranza che i potenziali killer restino confinati nei laboratori, e che da questi escano solo le armi di difesa.

Roberta De Carolis

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