Niente cattivi odori? È merito del gene anti-sudore

sudore deodorante

Il sudore emana sempre cattivo odore? No, ed è merito di un gene. Secondo una nuova ricerca dell'Università di Bristol, una persona su 50, ossia il 2%, non avrebbe neanche bisogno di usare il deodorante, anche se in molti casi lo utilizza comunque.

Lo studio è basato su un campione di 6.495 donne, esaminate all'interno di un ampio studio degli anni '90 condotto dall'Università di Bristol. Esaminando i risultati delle indagini, i ricercatori hanno scoperto che circa il due per cento (117 su 6.495) delle donne presentavano una particolare "versione" del gene ABCC11. Tale caratteristica fa sì che esse non producano alcun odore ascellare.

Mentre circa il cinque per cento delle persone che producono odori non usa il deodorante, i quattro quinti delle fortunate che non producono odori invece lo usano, una differenza statisticamente significativa. In generale, secondo la ricerca, il 78 per cento delle persone che non producono odori, usa deodorante tutti i giorni o quasi.

Il primo autore dello studio, il dottor Santiago Rodriguez ha spiegato: "Questi risultati hanno un potenziale per l'utilizzo della genetica nella scelta dei prodotti per l'igiene personale. Un semplice test genetico potrebbe rafforzare la consapevolezza di sé e risparmiare un po' sugli acquisti non necessari evitando soprattutto le esposizioni chimiche per chi non produce odori".

In realtà, altri studi precedenti avevano dimostrato il collegamento tra una variante genetica situata nel gene ABCC11 e gli odori. Le ghiandole sudoripare producono sudore che, in combinazione con i batteri, danno come risultato gli odori ascellari. Ka produzione di tali odori dipende però dall'esistenza del gene attivo ABCC11. Tuttavia, esso è noto per essere inattivo in alcune persone.

Lo studio di Bristol invece ha esaminato per la prima volta l'utilizzo del deodorante in relazione al genotipo ABCC11 mettendo a confronto anche altri fattori quali l'età, il background e l'igiene personale, scoprendo a livello individuale che l'influenza del genotipo ABCC11 era molto più forte di altri fattori.

Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology.

Francesca Mancuso

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