Il supervulcano di Yellowstone, ritenuto ancora attivo, probabilmente non erutterà nel prossimo futuro. Ovviamente, sarebbe bene sapere quando l'enorme vulcano, situato sotto il parco e mai esploso in tempi recenti, potrebbe espellere cenere in quantità tale da ricoprire la maggior parte degli Stati Uniti.
La caldera dello Yellowstone non ha eruttato negli ultimi 70 mila anni (periodo di tempo che gli vale l'appellattivo di "dormiente") e pare esploda ogni 700 mila anni circa. Quindi, ci si potrebbe aspettare che possa eruttare in qualsiasi momento e in un prossimo futuro. Tuttavia gli scienziati, continuamente impegnati nello studio del vulcano, nutrono la speranza di comprenderne meglio il comportamento, nel caso in cui qualcosa dovesse accadere in tempi non sospetti.
Dopotutto, sebbene il vulcano non abbia mai eruttato in epoche storiche recenti, rimane comunque attivo. Esso, infatti, crea i famosi geyser di Yellowstone, fiumi bollenti e pozzi di fango. Il calore aumenta dalle profondità della terra e crea variazioni costanti lungo l'intero parco. Il calore del vulcano è ciò che sta dietro al sistema idrotermale, ha spiegato il geologo Henry Heasler. Diventa calore e sale in superficie. E la camera magmatica, evidentemente, si troverebbe ad una profondità abbastanza esigua.
Questa minima profondità ha creato quei cambiamenti che hanno portato numerose persone a preoccuparsi. Il terreno dello Yellowstone si erge e si inabissa in varie zone e in diversi modi. Nel corso degli ultimi mesi, una vasta area del parco è salita di quasi 1,5 centimetri e si è spostata circa un centimetro verso sud. Un laboratorio di ricerca sul vulcano di Yellowstone, gestito dallo United States Geological Survey, ha dichiarato che ciò è del tutto normale. Tuttavia, tali eventi offrono ai ricercatori una prospettiva scientifica per comprendere meglio i processi geologici che stanno accadendo sia nel parco dello Yellowstone che in altri luoghi. Numerosi geologi provenienti da tutto il mondo stanno utilizzando questa opportunità per poter monitorare le aree circostanti.
Tra gli scienziati che studiano il vulcano di Yellowstone anche Ken Sims, professore presso l'Università del Wyoming. Ha studiato ed osservato il parco nel novembre del 2013, con un intero team di studiosi. Ad aiutarli, alcuni strumenti che hanno individuato sia il radon che vari livelli di acido nel terreno. Sims, inoltre, sperava che un giorno sarebbero stati in grado di scoprire quale fosse la causa delle eruzioni di vapore del parco. Se dovessero risalire alla causa, infatti, gli scienziati potrebbero anche capire quando determinate regioni dello Yellowstone potrebbero diventare pericolose e quando sarebbe meglio tenere lontani i turisti.
Il problema è che le cose cambiano molto velocemente e si evolvono. Jacob Lowenstern, scienziato concentrato sullo studio dello Yellowstone, ha dichiarato che la geologia di un luogo, di solito, è difficile da osservare. È come osservare il deteriorarsi di una roccia. Ma nel parco, le situazioni si muovono e si evolvono più velocemente del normale.
Conoscere il vulcano dello Yellowstone potrebbe fornire la possibilità di ispezionare le cause che produssero la vita sulla Terra stessa. In realtà, un enzima che è stato trovato all'interno del parco a metà degli anni '60, in seguito ha portato allo sviluppo di nuove tecnologie che hanno reso possibile l'esame del DNA ed hanno contribuito a salvare numerose vite umane.
Così, i ricercatori restano vigili. Lowenstern ha dichiarato che, quando gli scienziati lavorano in un ambiente rimasto per lo più inalterato in 70 mila anni, devono per questo osservarlo più da vicino.
Se l'enorme supervulcano che si trova sotto il Parco Nazionale dello Yellowstone non ha mai eruttato in epoche recenti, potrebbe diventare seriamente pericoloso. Cosa si dovrà, dunque, attendere l'uomo?
Federica Vitale
Leggi anche:
- Vulcano dello Yellowstone: potrebbe presto tornare in vita
- Supervulcani: quello di Yellowstone è più attivo del previsto