E dopo il mistero dell'isola apparsa improvvisamente in Pakistan, in seguito ad un violento terremoto, un altro enigma appassiona esperti e ricercatori. Un lago vulcanico completamente acido.
Come si giunga all'acidificazione di un intero lago è presto spiegato. I gas vulcanici provenienti dal fondo lacustre si disperdono in poche ore per tutta la distesa del lago. È quel che accadde nel 1996 al lago Karymsky, nella penisola della Kamchatka, in Russia. Alcune eruzioni vulcaniche resero tossica l'intera superficie del lago. La fauna morì e l'ecosistema lacustre scomparve.
Quella della penisola russa è una superficie ricca di vulcani. E il lago in questione giace nella caldera di un gigante addormentato. Si tratta del vulcano Karymsky, da cui il nome del lago stesso, e a oggi anche il più attivo in tutta la Kamchatka. Era il 2 gennaio 1996 quando il vulcano eruttò per aria cenere e lava. E, a seguire, un'altra violenta eruzione, questa volta sottomarina, annientò l'ecosistema lacustre. L'incubo durò 18 ore, con un'intermittenza di cinque minuti tra l'una e l'altra scossa.
"Da 30 a 40 milioni di tonnellate di materiale piroclastico fu espulso in aria, e questo materiale era saturo di fluidi acidi", racconta Yuri Taran, ricercatore presso l'Istituto di Geofisica della National Autonoous University of Messico e autore dello studio.
È stato proprio questo materiale espulso a precipitare nuovamente nel lago e a decretarne la sua "morte" effettiva a causa di un mix micidiale di sodio, solfato, calcio e magnesio. Furono gli stessi scienziati a prelevare alcuni campioni di acqua per analizzarli. Ne emerse che il pH si aggirava attorno il 7,5-3,2, la stessa acidità del succo di pompelmo e dell'aceto. Anche il colore del lago cambiò, assumendo le tonalità del giallo e del marrone. Caratteristica del tutto insolita per una superficie che, fino ad allora, era stata limpida e chiara.
Federica Vitale
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