Fusione fredda: gli "eredi" di Fleishmann candidati al Nobel per la Pace

Celani pubblicazione

La fusione fredda genera discussioni e accesi dibattiti, eppure il Martin Fleishmann Memorial project (Mfmp) è stato candidato ufficialmente al Premio Nobel per la Pace 2014. O meglio, è stato candidato il gruppo di lavoro nel quale figura anche l'italiano Francesco Celani, da anni impegnato nella realizzazione di un dispositivo Lenr.

“Ho il piacere di informarvi che il prossimo Sabato 28 giugno 2014, a partire dalle ore 09:00, si terrà ad Assisi, sala del Comune, un Convegno Scientifico […] – ha annunciato in una e-mail il ricercatore dell’Infn - nell’ambito del quale vi sarà anche la diffusione dell’informazione, da parte del Prof. Francesco Bindella, della candidatura al Premio Nobel per la Pace 2014 per il gruppo di lavoro del Mfmp e per lo scrivente”.

La candidatura al prestigioso riconoscimento è stata chiesta e ottenuta per la metodologia ‘Live Open Science’, essenzialmente basata sulla conduzione “aperta” e visibile delle ricerche. “Gli esperimenti, in Europa ed Usa, sono condotti sotto l’occhio vigile di numerose telecamere e messi in rete in tempo reale” spiega Claudio Pace, che ha organizzato l’evento.

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Un argomento come la fusione fredda, d’altronde, da decenni suscita perplessità anche per la riservatezza con il quale sono state condotte le prove e realizzati i dispositivi, primo tra tutti l’E-cat di Andrea Rossi, coperto da segreto praticamente da sempre. Ma questo è stato anche l’oggetto delle dirette accuse mosse contro il dispositivo R5 dallo stesso Ceo di Defkalion Europa Franco Cappiello.

Il Martin Fleishmann Memorial Project si propone di contro come un tentativo di creare collaborazione tra tutta la comunità scientifica, oltre che come motore di realizzazione di una nuova fonte di energia a basso impatto ambientale. Nelle aspettative del gruppo di lavoro la metodologia consente agli osservatori, anche distanti decine di migliaia di km, di valutare la bontà dell’esperimento e soprattutto di fornire eventuali suggerimenti e/o critiche in tempo reale.

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Secondo i ricercatori questo ha permesso il vero progresso di una ricerca che in generale incute diffidenza, e un prima indicazione in questo senso sarebbe il numero di “accessi qualificati” (ovvero compiuti da esperti del settore) che attualmente supera il milione di unità.

D’altronde anche l’Unesco si è pronunciata in merito promuovendo ufficialmente l’Open Access, “la disponibilità on-line di informazioni scientifiche per tutti, priva della maggior parte delle licenze e delle barriere del copyright, a beneficio di un flusso globale di conoscenza, innovazione e sviluppo socio-economico”. E anche altri settori sembrano muoversi in tal senso.