Fusione fredda. Tanti i concorrenti dell’E-cat, come sappiamo. Contro di lui torna alla ribalta e agguerrito l’acerrimo nemico Defkalion, che, dopo essere sbarcato anche nel nostro paese come Defkalion Europa sotto la guida di Franco Cappiello, sembra intenzionato a presentare il suo dispositivo ad agosto, nel corso della National Instrument NI Week. Lo ha dichiarato Alexandros Xanthoulis, Ceo di Defkalion Green Technologies, nel corso di un’intervista rilasciata a Pesn.
Non sappiamo esattamente di quale dispositivo si tratti, perché lo stesso Cappiello aveva parlato di un’evoluzione dello storico Hyperion, l’apparecchiatura venuta alla ribalta dopo il divorzio da Andrea Rossi, avvenuto nel 2011. Non sappiamo nemmeno quindi quali prestazioni potrà garantire. Tuttavia possiamo immaginare che si ponga come diretto concorrente dell’E-cat, che proprio in questi giorni ha completato alcuni test cruciali firmati da terze parti indipendenti.
E non è questo l’unico avversario. Oltre ai dispositivi di Francesco Celani e Ugo Abundo, infatti, sembra che altri ricercatori, attualmente ignoti, abbiano depositato una richiesta di brevetto per un processo che ”produce energia termica attraverso la fusione di protoni intorno ai quali orbitano due elettroni”. La descrizione procede quindi sottolineando come il meccanismo sia dovuto alla scoperta di ioni ibridi contenenti nuclei di rame e nickel. Un’affermazione, quest’ultima, che riporta inevitabilmente all’E-cat di Rossi.
Ma come agiscono tutti gli attori della fusione fredda? Come sappiamo da molto tempo ormai, Andrea Rossi si trincera spesso dietro molti silenzi, sostenendo l’importanza di mantenere quello che è a tutti gli effetti un segreto industriale. Analogamente e per i medesimi motivi ha sempre fatto anche la Defkalion. Ben diverso invece il comportamento di Francesco Celani e di Ugo Abundo, fautori della filosofia open-source.
Su questo è recentemente intervenuta anche l’Unesco, pubblicando un documento nel quale si schiera apertamente con quest’ultima posizione. “Le informazioni scientifiche rappresentano sia il principale obbiettivo dei ricercatori, sia la più importante risorsa per l’innovazione tecnologica – si legge infatti sul comunicato ufficiale – L’Unesco promuove e sostiene l’Open Access, la disponibilità on-line di informazioni scientifiche per tutti, priva della maggior parte delle licenze e delle barriere del copyright, a beneficio di un flusso globale di conoscenza, innovazione e sviluppo socio-economico”.
Non sta a noi decidere quale sia la strada corretta da seguire, anche perché gli scopi industriali sono spesso diversi da quelli dei laboratori di ricerca. Questi comunque sono tutti segnali che indicano come ormai la ricerca in questo campo, che spesso ha incontrato diffidenza se non una vera e propria resistenza da parte della comunità scientifica, forse iniziano ad essere presenti, generando dibattiti e discussioni.
Roberta De Carolis
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