Fusione fredda: no E-cat ma spunta la teoria di Widom-Larsen

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Fusione fredda. Andrea Rossi ha dichiarato che la Nasa non è in contatto con lui, eppure l’agenzia spaziale statunitense si è più volte dichiarata interessata alle Lern (reazioni nucleari a bassa energia), ma evidentemente non a E-cat. Ora forse sappiamo su cosa esattamente sta scommettendo: la teoria di Widom-Larsen. Lo scrive Dennis Bushnell, responsabile scientifico del Langney Research Center della Nasa, in un articolo pubblicato sul sito dell’agenzia stessa.

La teoria, che si basa sulle forze di interazione debole e che è riassunta nell’articolo, sostiene che in un materiale che presenta forti campi magnetici locali gli elettroni che ne compongono la superficie incrementano sensibilmente la loro massa, fino a superare le differenza esistente tra quella di un protone e quella di un neutrone, e che in queste condizioni è possibile che l’elettrone gigante reagisca con un protone formando un neutrone e un neutrino, e liberando una certa quantità di energia.

Materiali dove questo avverrebbe preferenzialmente sono gli idruri, molecole formate da un metallo e l’idrogeno, nelle quali quest’ultimo concentra gli elettroni su di sè, generando forti campi magnetici localizzati in uno spazio ridottissimo (l’idrogeno infatti è l’elemento più piccolo esistente in natura). Secondo gli autori questo spiegherebbe cosa succede nella cosiddetta ‘fusione fredda’ .

Bushnell è cauto e precisa che si deve ancora dimostrare molto su questa teoria, ancora non accertata completamente. Tuttavia dichiara: “Il Langney Research Center della Nasa ha iniziato degli studi sulle Lern guidati dalla teoria delle interazioni deboli”.

Quasi contemporaneamente all’uscita di questo articolo, Joseph Zawodny, ricercatore nel medesimo centro della Nasa, ha girato e postato un video nel quale spiega come l’agenzia spaziale statunitense stia verificando nella pratica la teoria. Secondo lo studioso l’obbiettivo è trovare un modo di creare una forma di energia economica e pulita che possa essere usata non solo dalla Nasa nelle sue operazioni spaziali, ma che sia utile anche a rifornire il mondo intero.