Non servirà a ricreare il momento in cui tutto ebbe origine, l'istante in cui alcune particelle molto speciali diedero vita all'universo, ma il principio è lo stesso. Differenti saranno invece i fini. Stiamo parlando di un nuovo acceleratore di particelle dotato di un chip realizzato presso la Cornell University, e potenzialmente in grado di combattere malattie come il cancro.
Come sappiamo, da anni il Cern di Ginevra è stato impegnato nella costruzione di un acceleratore di particelle, il Large Hadron Collider (Lhc), in grado di ricreare il Big Bang con l'esperimento Alice. Ma ben lungi dall'indagare il momento della creazione, gli studiosi della Cornell, finanziati da Darpa, stanno tentando di applicarlo alla medicina, ad esempio per la creazione di microscopi a scansione elettronica oppure pistole a raggi per combattere il cancro.
A differenza di molti altri acceleratori, infatti, questo dispositivo non lavora col magnetismo ma utilizza un campo elettrico per accelerare e indirizzare le sue particelle tramite una coppia di elettrodi. L'obiettivo finale sarà quello di creare un acceleratore 'portatile', dalle dimensioni di una valigia ma in grado di produrre 1 MeV, il che lo renderebbe abbastanza versatile. 'Pensate ad un bisturi con un fascio di protoni che esce da esso', ha detto Amit Lal, che insieme a Yue Shi è l'ideatore del chip presso il Cornell SonicMEMS Laboratory.
Ma vi è ancora qualche ostacolo da superare prima di mettere all'opera il dispositivo. In primo luogo, occorre escogitare il modo più efficiente per catturare gli ioni da 75 micrometri. Molti di essi infatti si perdono nella fase di transizione. Le prospettive di applicazione sono sicuramente molto nobili. Non resta che attendere che i limiti attuali vengano superati al più presto.
Francesca Mancuso