Pian piano il Cern di Ginevra sta ricostruendo il Big Bang e lo stato dell'Universo ai suoi albori. Per la prima volta attraverso il Large Hadron Collider (Lhc) è stato osservato il fenomeno del jet quenching: un'indicazione importante della formazione di "plasma di quark e gluoni" che secondo gli esperti avrebbe caratterizzato l'Universo nei suoi primi 20-30 microsecondi di vita, e che risponde alle domande sorte durante le prime sperimentazioni effettuate nei laboratori svizzeri alla fine di settembre.
Sole due settimane fa, inoltre, nel corso l'esperimeto Alice, l'equipe guidata da Paolo Giubellino aveva riprodotto le temperature dell’universo ad appena 10 milionesimi di secondo dalla sua nascita. Ed oggi, con gli altri due progetti noti come Atlas e Cms, entrambi diretti dagli italiani Fabiola Gianotti e Guido Tonelli, si è aggiunto un altro elemento importante: la creazione della materia primordiale.
"Mai prima avevamo osservato in modo diretto il jet quenching, il quale è un'indicazione importante della formazione di plasma di quark e gluoni", afferma la Gianotti, che guida Atlas. A fargli eco il responsabile di Cms, Guido Tonelli, che ricorda invece come "fin dai primi giorni degli esperimenti" il fenomeno "era stato colto assieme alle particelle Z, mai viste prima nella collisione tra ioni pesanti".
Il jet quenching. Il fenomeno deriva dallo scontro di ioni pesanti nel quale si formano dei "jet di particelle nucleari che interagiscono tumultuosamente con l’ambiente". Così l’energia del getto degrada segnalando le interazioni con l’ambiente stesso e ciò è uno "strumento potente per studiare il comportamento del plasma che si genera".
Augusto Rubei