Come abbiamo già visto, c'è eccitazione nella comunità scientifica per il ritrovamento di frammenti di due scheletri che potrebbe costituire l'anello mancante tra uomo e scimmia. Per anni gli studiosi, seguendo le teorie evoluzionistiche inaugurate dal genio di Charles Darwin, hanno cercato di rintracciare il cosidetto "anello mancante", ossia quell'essere intermedio tra uomini e primati.
Un'altra buona notizia per il mondo scientifico è che il fossile, chiamato Sediba ossia "sorgente", contiene resti di materia cerebrale, per cui gli studiosi potranno recuperare il DNA di questo vecchissimo antenato. Forse sono ancora inimmaginabili tutte le conseguenze.
Gli scienziati che hanno lavorato al progetto di ricerca, hanno scoperto numerosi resti fossili nello stesso luogo, nella grotta Malapa. Alla fine, sono giunti alla conclusione che erano tutti del nuovo antenato, Sediba Australopithecus, che visse circa 1,9 milioni di anni fa.
Sono evidenti i caratteri intermedi tra i due grandi gruppi, come ad esempio le lunghe braccia, adatte per arrampicarsi ancora sugli alberi, ancora tipiche dall'australopiteco, e la postura eretta ed il cranio meno sporgente che mostrano le affinità con il genere Homo.
Rimangono però dei dubbi sull'effettivo legame ancestrale tra i due generi, per qualcuno si tratta di una convergenza e non necessariamente di un legame. Soprattutto con riferimento all'anca e le date, che sovrapporebbero il sediba con l'Homo Erectus (gli Abilis dovrebbero essere ancora più datati).
Il commento di Steven Churchill, professore associato di antropologia evolutiva presso la Duke University, d'altra parte è molto chiaro:"Se si stendessero tutti gli esemplari di Australopithecus africanus su un lato di un tavolo ed esemplari di Homo erectus, dall'altra parte, l'Australopithecus Sediba servirà come un modello morfologico intermedio tra i due".
Francesca Mancuso