E se Stonehenge avesse ospitato concerti di musica rock? Immaginiamo folle di persone riunite per ascoltare la propria musica preferita all'interno del monumento più celebre del mondo formato da tanti megaliti. A ipotizzarlo, un gruppo di ricerca guidato da Aubrey Chip, della University of East Gloucester, nel Regno Unito.
La scoperta inglese potrebbe svelare una nuova chiave di lettura del misterioso monumento. Gli archeologi, infatti, da anni si interrogano sull'origine del significato di tale struttura, composta da cerchi concentrici di pietra. Costruita grazie a mezzi anch'essi avvolti dal mistero, gli esperti hanno sempre visto in Stonehenge un osservatorio astronomico dal momento che solstizi ed equinozi vengono perfettamente segnalati da incontri eccezionali con il Sole.
La teoria che vede in Stonehenge un sito preistorico dedito ai concerti lascia non poco perplessi. Considerato in passato anche come luogo di sepoltura di una certa élite, il ritrovamento di alcuni scheletri relativamente intatti ha portato i ricercatori a credere che potesse trattarsi di una sala per concerti all'aperto. Accanto alle ossa, alcuni reperti e i resti intatti di scheletri appartenuti sia a uomini che a donne di età compresa tra la prima adolescenza e i 20 anni, lasciano presupporre che il luogo fosse, appunto, consacrato ad eventi di massa.
In particolare, ad essersi ben conservati sono state le strutture ossee attorno alle orecchie ed alcuni segni attorno ad essi lascerebbero presupporre come questi fossero esposti a forti rumori. Per giungere a tale conclusione, gli scienziati hanno ricreato l'entità della musica proprio ascoltando alcuni pezzi di Neil Young e Crazy Horse all'interno del monumento.
Inoltre, a sostegno dell'ipotesi dei concerti preistorici ci sarebbero alcune ossa animali che, per taglio, dimensioni e struttura somiglierebbero ad antichi strumenti per suonare il tamburo. Infine, i bioarcheologi, dopo aver effettuato delle analisi sulle ossa, hanno ottenuto indizi utili a determinare la provenienza dei giovani. A quanto pare, Stonehenge avrebbe convogliato a sé decine di ragazzi dalle regioni vicine, ma anche da quelle più lontane. E ciò lascia presupporre che ci si recasse per eventi particolari. "Tutte queste linee di evidenza convergono su una sola probabile conclusione", afferma Nigel Tufnel, antropologo dell'Università di Witney, nel Regno Unito il quale, pur non essendo coinvolto nello studio, avanza delle ipotesi alla luce delle recenti scoperte. "I giovani giungevano a Stonehenge per ascoltare musica ad alto volume e con un ritmo forte. Alcuni hanno fatto ritorno a casa, ma altri sono rimasti e sono stati sepolti qui".
E Stonehenge? "Nessuno sa chi fossero o quello che stavano facendo", afferma Tufnel riguardo a chi abbia costruito il monumento. “Ma la loro eredità resta”. E cita il lavoro di un altro team che sta lavorando su un altro monumento megalitico nelle vicinanze che, coincidenza, avrebbe conservato frammenti di legno a forma di violino e di altri strumenti musicali.
Federica Vitale
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