La lacca per capelli? Potrebbe aiutarvi a identificare i segni di una civiltà aliena. Come? La ricerca si basa sull'identificazione di particolari composti grazie all'analisi spettroscopica della luce che passa attraverso l'atmosfera dei pianeti.
“La nostra ipotesi è che la prova dell'esistenza di vita intelligente potrebbe arrivarci guardando alle atmosfere planetarie”, spiega l'astrobiologo Mark Claire, del Blue Marble Space Institute of Science, un rete internazionale di scienziati di varie discipline. Ma in cosa consiste esattamente questo tipo di ricerca? In pratica, i gas facilmente identificabili sono i clorofluorcarburi (CFC), ossia gas non tossici usati spesso negli spray per capelli ed altri dediti a vari utilizzi. Questi gas sono artificiali e non ci sono processi naturali in grado di crearli nell'atmosfera. Identificarne i segni su pianeti lontani mediante la spettroscopia sarebbe un importante segnale per la possibilità di rilevare la presenza di una civiltà che agisce nella propria atmosfera come noi influiano sulla nostra.
Come agisce una civiltà sulla propria atmosfera? In tanti modi. Il cambiamento della sua composizione è la diretta conseguenza dell'attività industriale e lo stile di vita. “Una civiltà industrializzata è quella che usa le risorse planetarie per la fabbricazione e il segno della sua attività deriva dai prodotti identificabili nella sua atmosfera”, afferma Sanjoy Som, astrobiologo dello stesso ente scientifico.
Questi scenari ipotetici, tuttavia, sono solo il frutto di supposizioni. Infatti, la scoperta di tali composti nell'atmosfera di altri pianeti sarebbe un traguardo, ma non necessariamente determinante nell'affermare che possano avere una qualche corrispondenza con le industrie aliene. “Siamo quasi sul punto di riuscire a cercare attivamente e scientificamente segni di industrie su pianeti extrasolari abitati da civiltà tecnologiche”, continua Som. “Siamo a circa un decennio di distanza dal poter misurare in dettaglio la composizione di pianeti extrasolari terrestri”.
In attesa di conferme più specifiche, i ricercatori cercheranno di comprendere come rilevare la presenza dei segni di molecole di CFC e, inoltre, se ci sono altri composti artificiali idonei allo stesso obiettivo. Claire ha infatti aggiunto che anche un'altra molecola interessante ai fini dello studio è l'esafloruro di zolfo. E non solo. Grandi quantità di ammoniaca e Co2 potrebbero essere dei composti interessanti se osservati in combinazione con l'ossigeno e il vapore acqueo.
Un ostacolo da superare è quello dei finanziamenti. “Questo progetto continuerà soltanto se riusciremo a finanziarlo. Invitiamo il pubblico a prendere parte e coinvolgersi nella nostra avventura anche con una piccola quantità di soldi che sicuramente aiuterà i nostri sforzi”, dichiara Som. “Siamo una piccola organizzazione non-profit, tutte le donazioni sono deducibili dalle tasse”.
Federica Vitale
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