Come trovare i corpi sepolti dei dispersi? La tecnologia viene in soccorso degli investigatori. Grazie a particolari telecamere, montate su un piccolo aereo o su un elicottero, gli osservatori sono in grado di rilevare le variazioni din intensità di luce di varie lughezze d'onda, riflesse sulla vetegazione del terreno. La tecnica di osservazione, nota col nome di "imaging iperspettrale" cerca infatti di segnalare le "anomalie", ossia i segni di cambiamenti chimici nella vegetazione. La presenza di resti umani è infatti legata alle sostanze nutrienti immesse nel suolo dai corpi in fase di decomposizione.
Tutto ciò potrebbe aiutare le forze dell'ordine e gli investigatori ad individuare resti umani anche dopo anni.
Ad occuparsi di queste particolari tecniche di ricerca è stato un team della McGill University di Montreal. In un primo momento, gli studiosi erano stati contattati dal Parco Safari per aiutarli nella ricerca dei resti di un elefante, che il parco ha voluto riesumare e mettere insieme per una mostra didattica. Ha spiegato Andre Costopoulos: "Abbiamo scavato una fossa test in cui il proprietario del parco ci disse di aver sepolto l'elefante, ma l'elefante, ma non era lì".
A quel punto, per cercare di vedere se le sostanze chimiche rilasciate dalla decomposizione dei cadaveri avessero lasciato qualche traccia, il team ha preso in esame campioni di suolo e vegetazione del Parco Safari. Così hanno trovato differenze nel contenuto di clorofilla delle foglie. Successivamente, le hanno confrontate con le immagini prese dall'alto. E il risultato è stato inequivocabile.
Ian Hanson, un archeologo britannico dell'Università di Bournemouth, Regno Unito, ha commentato: "La tecnica ha un grande potenziale. Alcuni di questi animali sono stati sepolti circa 20 anni fa, quindi si possono prendere nuove immagini su aree dove sono sepolti corpi da 20, 30, 40 anni e scoprire cose che nessuno ha mai potuto trovare prima." Inoltre, spiega l'archeologo "questo potrebbe essere particolarmente utile nel rilevamento vecchie fosse comuni".
Francesca Mancuso