2012, Maya: ecco cosa ne pensano sulla fine del mondo

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Se ne sono dette di tutti i colori sulla fine del mondo profetizzata per il 21 dicembre 2012. Ma cosa ne pensano Maya, i diretti interessati, coloro ai quali si deve tale predizione? Ad esporsi è uno storico ed antropologo, artefice di un inedito punto di vista. Si chiama Carlos Barrios, nato da una famiglia spagnola a El Altipiano, in Guatemala. È autore del libro “Kam Wuj: El Libro del Destino”, che sta per essere tradotto e pubblicato anche in inglese.

Barrios abita nella dimora dei Maya, a Huehuetenango. Con altri Maya, è uno dei depositari delle tradizioni, uno dei custodi del tempo e autorità in merito alla decifrazione di significati negli antichi calendari. E, per il suo lavoro, l’antropologo si è avvalso dei racconti di quelli che sono considerati i depositari della tradizione, gli anziani. 25 anni di studi e di racconti per dare spazio alla conoscenza. “Gli antropologi visitano i luoghi dei templi”, esordisce Barrios, “e leggono le iscrizioni e inventano storie sui Maya, ma non leggono i segni correttamente. È solo la loro immaginazione. Altri scrivono una profezia in nome dei Maya. Dicono che il mondo finirà nel dicembre 2012. Per questo gli ‘anziani’ Maya sono arrabbiati. Il mondo non finirà, ma sarà trasformato”.

Basterebbe, dunque, comprendere la scansione del tempo dei calendari Maya, delle stagioni e dei cicli per non commettere errori allarmanti. I Maya, infatti, possiedono 17 diversi calendari e alcuni di loro si concentrano su un lasso di tempo molto accurato ed esteso che raggiunge persino i 10 milioni di anni. E il calendario che dal 1987 calamita l’attenzione mondiale è chiamato Tzolk’in o Cholq’ij, progettato molto tempo addietro e basato sui cicli delle Pleiadi.

Grazie a questa grande varietà di calendari, i Maya hanno segnato alcuni determinanti punti di svolta della storia dell’umanità. Ad esempio, nell’anno One Reed, Ce Acatal per i messicani, i “custodi del giorno”, coloro i quali decifrano i calendari, identificarono per quell’anno un giorno fondamentale. Venuto come una farfalla, un antenato sarebbe ritornato sulla Terra. Quella data coincideva con il 21 aprile 1519, giorno di Pasqua, durante il quale Hernan Cortez e la sua flotta di galeoni giunse laddove oggi si trova Vera Cruz, in Messico. Questa sarebbe stata una nuova era, anticipata proprio dai calendari dei nativi. Questi, però, morirono a causa di alcune malattie che portarono all’estinzione di un’intera civiltà. L’era aperta da Cortez si concluse il 16 agosto 1987.

Barrios afferma che, dal 1987, “siamo in un tempo in cui il braccio destro del mondo materialistico sta scomparendo, lentamente ma inesorabilmente. Siamo alla cuspide dell’era in cui la pace inizia e le persone vivono in armonia con la Madre terra”. Tutto quel che oggi scuote il mondo fu previsto. Caos sociale, distruzione ambientale, guerre e cambiamenti terrestri erano stati segnalati dai nativi e dalla loro semplice matematica a spirale dei calendari Maya.

E il 21 dicembre 2012? Si tratta di una rinascita, l’inizio del 5° Sole. “Ogni cosa cambierà”, afferma Barrios. La nuova era sarà accolta dal meridiano del Sole che attraverserà l’equatore galattico e la Terra si allineerà con il centro della galassia. Dopo 26 mila anni, per la prima volta, il Sole sorgerà per congiungersi all’intersecazione con la Via lattea e il piano dell’ellittica. Si formerà in questo modo una croce cosmica, identificata con la personificazione dell’Albero Sacro, l’Albero della Vita, ricorrente in tutte le tradizioni spirituali.

Secondo alcuni osservatori, questo allineamento determinerà l’apertura di un canale di energia cosmica che potrà fluire sulla Terra, purificandola. La data specificata, inoltre, coincide con il solstizio d’inverno. Si parlava di una nuova era; perché creare catastrofismi e allarmismi? “L’umanità continuerà”, continua Barrios, “ma in un modo diverso. La struttura materiale cambierà e per questo avremo la possibilità di essere più umani. Chi al momento parla di fine del mondo non sa. I veri depositari della verità sui calendari Maya sono gli “anziani”.

E se le cose cambieranno radicalmente in peggio, sarà opera delle persone stesse. Senza dare colpe ad una civiltà scomparsa. Basti pensare all’economia mondiale contemporanea. Stiamo attraversando un periodo di forte instabilità finanziaria; le banche vacillano, arrancano per non sprofondare. A detta di Barrios, se crolleremo, sarà per colpa nostra. Se il sistema monetario si troverà nel caos, non era scritto certamente nel calendario Maya.

Anche gli effetti sulle trasformazioni terrestri sono prese di mira. Lo scioglimento dei ghiacciai ai poli, il livello degli oceani in rapida salita sono tutti effetti dei maltrattamenti umani sul pianeta. Barrios spiega: “Viviamo in un mondo di polarità: notte e giorno, uomo e donna, positivo e negativo. Luce e oscurità hanno bisogno l’uno dell’altra. Sono un equilibrio. C’è una diversità di opinioni e di culture, quindi c’è confusione e competizione ma non una focalizzazione”.

Quella che oggi stiamo vivendo è la 4° era. Contraddistinta dal materialismo e dalla paura. Secondo Barrios, quindi, non occorre pensare al 21 dicembre 2012 come ad una fine, quanto come ad una rinascita, una liberazione dal caos che oggi ci caratterizza. Lo storico conclude: “C’è bisogno di tutti. Non sei qui senza una ragione. Ognuno di noi è qui perché ha uno scopo importante. È un tempo difficile ma importante. Abbiamo l’opportunità di crescere, ma dobbiamo essere pronti per questo momento nella storia”.

E se lo dicono i Maya, perché non credergli?

Federica Vitale

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