Roswell: una “macchina della verità” per svelarne i misteri

Macchina verità Roswell

Un testimone chiave ed una nuovissima macchina della verità. Grazie a questi due elementi potrebbe essere finalmente svelato il mistero dell’incidente di Roswell del luglio 1947. In quell’anno Jesse Marcel era un ufficiale di stanza presso la Roswell Army Air Field (RAAF): un giorno fu chiamato dallo sceriffo della Contea di Roswell, George Wilcox, il quale gli riferì della scoperta di strani frammenti trovati a Foster Ranch agli inizi del mese di luglio di quell’anno.

La prima volta che venne intervistato in video, nel 1978, Marcel disse di aver visto il movimento e il trasporto di detriti molto sottili e di un leggero “metallo con proprietà plastiche”. Descrisse anche altro strano materiale, impermeabile al calore di una torcia applicata e che non poteva essere intaccato o graffiato dai colpi di una mazza. Marcel affermò che questi detriti caduti dal cielo coprivano un'area molto estesa, che sembrava esserci stata un’esplosione in aria e che non si trattava di detriti di qualunque tipo di pallone meteorologico o aeroplano, ma di un velivolo non di questa Terra.

Sulla base del video del 1978 e di un altro del 1984, il dottor Raj Chandramouli, professore dello Stevens Institute of Technology di Hoboken (New Jersey), ha utilizzato uno speciale software per verificare la veridicità delle affermazioni di Marcel. Si tratta di un programma di testo analitico che utilizza una combinazione unica di analisi statistiche, linguistiche e nell'ambito della psicologia.

Il software punta su 88 parti psicolinguistiche per indicare se l'individuo sta mentendo o dicendo la verità. La conversione della testimonianza chiave di Jesse Marcel senior è stata trascritta ed analizzata dal software: “Una cosa che ci impressionò circa i detriti fu il fatto che un mucchio di essi sembravano tipo pergamena. Portavano impressi dei piccoli numeri con simboli che dovemmo chiamare geroglifici perché non riuscivamo a comprenderli. Non fu possibile leggerli, erano proprio come simboli, qualcosa che significava qualcosa, e non erano tutti uguali, ma dello stesso generale modello direi. C'erano piccole travi (...) con una certa tipologia di geroglifici su di esse che nessuno fu in grado di decifrare. Sembravano un qualcosa tipo balsa, ed avevano circa lo stesso peso, tranne che non erano affatto di legno. Erano molto duri, anche se flessibili, e non bruciavano”.

I risultati delle analisi della rilevazione di inganno del dottor Chandramouli hanno indicato “normale, nessun inganno”. In sostanza, le analisi effettuate dallo Stevens Institute Technology indicano con certezza che il Maggiore Marcel ha detto la verità come egli credeva che fosse. Gli autori del software stanno adesso analizzando altre testimonianze di Jesse Marcel senior, confrontandole con altre, come quelle degli Ufficiali Bill Rickett e Sheridan Cavitt, che si trovavano sulla scena dell'incidente assieme a Marcel.

Antonino Neri