Burro vintage scoperto in Irlanda: ha 2000 anni ed è commestibile, almeno tecnicamente. Pesa 10 kg e si è conservato in una palude, dove la scarsità di ossigeno, l’ambiente acido e la bassa temperatura ne hanno favorito il mantenimento. Ulteriore scoperta che dimostra come anche nell’antichità si producessero cibi “a scadenza”.
Eh sì, anche se non c’erano i frigoriferi e non erano note le moderne sostanze conservanti, gli uomini primitivi trovavano escamotage per mantenere i cibi commestibili ed evitare la deteriorazione. Un trucco era metterli nelle paludi, magari poco igieniche ma protettive.
La scoperta è opera di Jack Conaway, giardiniere che in quel momento stava tagliando la torba per usarla come combustibile. L’operatore ha scoperto il burro dopo circa 3 metri di lavoro, e ha immediatamente contattato il County Museum Cavan, che ora ospita il burro di palude nel suo Dipartimento di Conservazione.
Il burro era un alimento pregiato nell’antichità, utilizzato nell’Irlanda medievale per pagare tasse e affitti: 10 kg potevano essere una ricchezza notevole, quindi il suo “seppellimento” sembra piuttosto strano, soprattutto perché non è stato trovato alcun rivestimento protettivo.
Questo lascia pensare che non fosse destinato al consumo, ma forse come offerta votiva agli dei. Infatti è noto che il burro fosse usato come “sacrificio” per gli spiriti e le divinità per ottenere salute e benessere e che, se usato in questo modo, veniva in effetti sepolto e mai riscavato di nuovo.
Secondo gli esperti il cibo è tecnicamente commestibile perché la palude è riuscita, nonostante la veneranda età dell’alimento, a conservarne le proprietà.
Qualche volontario per l’assaggio?
Roberta De Carolis
Foto: County Museum Cavan
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