E se Robocop, in futuro, diventasse realta'?

robocop

I remakes sono spesso il modo più sicuro per la grande industria di Hollywood per ottenere enormi profitti. E se questi offrono uno spunto di riflessione, allora vuol dire che il messaggio è significativo. Mettiamo il caso di Robocop. Si parla di cyborg che, in un futuro non troppo lontano, potrebbero far parte integrante della nostra vita.

Robocop è stato girato per la prima volta nel 1980. Certo, gli effetti speciali non erano gli stessi ed anche il periodo storico era diverso, non solo politicamente e dal punto di vista socio-economico, ma certamente culturalmente. Un'altra versione risale al 1930. E, ancora, i gusti e le tecniche erano profondamente diversi. Oggi, la terza versione. Perché, dunque, amiamo vedere robot/cyborg/androidi sul grande schermo?

Potrebbero essere diverse le ragioni. I robot possono rappresentare l'emblema della schiavitù e dell'immoralità. Possono sfruttare energia ed intelligenza ignote agli esseri umani. I robot/persone meccanizzate, inoltre, riflettono la nostra umanità, senza tuttavia esserlo. Essi rappresentano il potere senza coscienza e quelli del cinema che si avvicinano ad un essere umano attirano il nostro interesse in modo più intenso.

Il nuovo Robocop riflette, dunque, una visione umana aggiornata di ciò che i robot possono (e potranno) fare per noi. "Abbiamo deciso di realizzare un film che focalizzasse sui problemi, non si tratta del normale supereroe", spiega Jose Padilha, regista della recente versione. E, nel film, è innegabile come si stia già riflettendo il dilemma morale degli attacchi dei droni senza equipaggio. Nel nuovo Robocop, infatti, i conflitti in gran parte sono automatizzati, combattuti da soldati-robot. "Prendono le proprie decisioni e lo fanno sulla base di un programma, e l'aspetto umano è messo da parte", chiarisce Joel Kinnaman, che interpreta proprio Alex Murphy/RoboCop. "Questo crea un dilemma morale".

Padilha, quindi, si aspetta di vedere presto agire macchine con lo stesso tipo di abilità proprie del suo protagonista. "Quando una macchina sarà in grado di eseguire azioni come gli uomini", ha spiegato, "ci si può chiedere che cosa li differenzi?".

Federica Vitale

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