Andare su Marte richiede sacrificio e preparazione. Lo sanno bene i sei astronauti "in partenza" per la missione Mars 500, organizzata dalle agenzie spaziali Roskosmos (Russia) ed Esa (Europa) che prenderà il via a metà maggio.
Ma non si tratta del primo vero sbarco sul pianeta rosso. Solo una simulazione, ma molto, molto dura, che proverà sotto tutti i punti di vista la tempra e le capacità psico-fisiche degli astronauti. I sei uomini trascorreanno infatti 520 giorni rinchiusi dentro un hangar a Mosca, presso l'Istituto di Problemi Biomedici. Già nel 2009 qui si era svolta la Mars 105, durata tre mesi.Per questa missione, i sei astronauti, che hanno deciso volontariamente di partecipare, vivranno dentro una "gabbia" di 550 metri cubi, dentro la quale svolgeranno alcuni esperimenti, in cui saranno valutate le loro capcità e le reazioni. La simulazione sarà fedele sotto tutti i punti di vista. Ad esempio, le comunicazioni con la Terra saranno via radio e avranno uno scarto di circa 20 minuti.
Non sarà una passeggiata di salute. Le regole sono molto severe e solo cho avrà reali problemi fisici o psichici potrà abbandonare Mars 500. Ma tra i sei partecipanti non vi sono persone qualunque: due saranno scelti tra l'italo-colombiano Diego Urbina, il belga Jerome Clevers, i francesi Romain Charles e Arc’hanmael Gaillard, e si aggiungeranno a 3 russi e un cinese.
Immaginate la difficoltà di vivere "murati" dentro un'astronave per 520 giorni, praticamente due anni. Ma è il tempo necessario per recarsi su Marte e tornare: i primi 250 infatti serviranno per raggiungere il pianeta, gli altri 30 riguarderanno la fase esplorativa del suolo marziano, e gli "ultimi" 240 giorni serviranno per tornare a casa.
Un'esperienza per pochi, ma i sei verranno ben remunerati. Come ha spiegato Martin Zell, dell’Esa "Pagheremo dai 55 ai 75mila euro ad ogni partecipante". Ma lo spirito che muove questi astronauti non è di certo quello legato al denaro, soprattutto quando si mette a rischio la propria salute psico-fisica: "Di piccole fasi depressive – spiega Martin Zell – ce ne aspettiamo una quantità". Ma ne varrà sicuramente la pena.
Francesca Mancuso